image_pdfimage_print

METAMORFOSI DI UN PERSONAGGIO

“21-12-1981. Questa lampada un giorno ti illuminerà, e poi tu verrai a illuminare anche me! Infiniti auguri, Tiziana”. Così è scritto in un minuscolo foglietto arrotolato dentro un cannolicchio e infilato nel foro dello stoppino di una piccola lampada di vetro che Tiziana mi aveva regalato per il Natale del nostro ultimo anno di liceo. La conoscevo già da cinque anni, ma erano tutti davanti a noi gli anni migliori della nostra amicizia.

Credo che Tiziana fosse in assoluto la persona più metamorfica che abbia mai conosciuto. Tra tutti i miei amici e le mie amiche non ho visto nessuno che si sia trasformato ed evoluto più di lei, assumendo sembianze quanto mai diverse nel corso degli anni e sempre più sofisticate e interessanti. Al liceo era piuttosto introversa, sempre un po’ defilata e distante, eppure quanto mai attenta a quello che accadeva intorno e soprattutto arguta nelle riflessioni che esprimeva.

Ma è dopo la maturità che è davvero decollata, facendo un percorso piuttosto tortuoso, attraverso cui era partita da scienze politiche, per poi passare a lettere, infine approdare a filosofia della scienza per laurearsi in psicologia cognitiva e in ultimo specializzarsi in neuropsicologia a Parigi. Una vera e propria evoluzione intellettuale che ha compiuto passo dopo passo, ponderando tutti i passaggi, ricercando le migliori soluzioni ai suoi interessi e trovando gli adeguati sbocchi alle sue inclinazioni. Con una determinazione per altro sempre molto costante ma al contempo tutt’altro che semplice, che l’ha portata a lasciare il suo Paese per cercare altrove la sua strada, prima a Londra, poi negli Stati Uniti, infine a Parigi, dove si era posata ma senza mai fermarsi, rinnovando di continuo i propri studi.

Durante l’Università ci eravamo molto frequentate e scoperte assai più che al liceo, sotto i miei occhi emergeva una Tiziana quanto mai diversa e sempre più matura, padrona di un suo viatico che non era mai lo stesso, in cui si rimetteva sempre in discussione e alzava ogni volta la posta in gioco. Ero affascinata dalla sua metamorfosi, tutte le volte che ci parlavo mi sorprendeva. Ma è dopo l’Università che i nostri studi si sono di nuovo incrociati, e proprio sull’autismo: lei lo studiava dal punto di vista psicopatologico, io da quello antropologico, lei ne scriveva in modo scientifico, io in modo narrativo; spesso avevamo visioni diverse delle stesse dinamiche, ma proprio su queste distanze ci piaceva confrontarci, trovavamo molto stimolante lo scambio e non di meno divertenti le posizioni complementari in cui ci trovavamo.

Ma a Tiziana non bastava nemmeno lo studio, le interessava anche l’impegno nel sociale. Si era interrogata anche sulla sua situazione di ricercatrice italiana in Francia. E ha fatto anche di quello un suo scopo, occupandosi della collettività italiana a Parigi e diventando presidente del Comitato degli italiani all’estero nella sede parigina. Anche quella era una dimensione che le apparteneva e motivava molto il suo approccio alla realtà e le sue scelte di vita. Infaticabile, inafferrabile, Tiziana continuava per la sua strada senza mai contentarsi di quello che aveva, aggiungendo piuttosto nuovi traguardi al suo cammino.

Ricordo che quando mi annunciò che si trasferiva definitivamente a Parigi tra il serio e il faceto le dissi: “va bene te lo concedo, ma a una sola condizione, che tu debba tornare. Vai pure, ma presto o tardi torna! Mi raccomando torna!” La verità è che non volevo perdere un’interlocutrice preziosa come lei e che la distanza mi avrebbe imposto di frequentare assai meno. Ma Tiziana non è tornata, al contrario se ne è andata se si vuole anche più in là, in un altrove remoto che ha sorpreso un po’ tutti e al quale lei stessa non si è potuta sottrarre.

A me è rimasta quella piccola lampada di vetro con dentro il suo augurio natalizio di quasi quarant’anni fa. Non credo di averla mai illuminata di alcunché. Al contrario è stata lei ad avermi troppe volte sorpreso, con i suoi guizzi improvvisi, i suoi arguti pensieri, le sue trovate brillanti, ma anche con la sua profonda inquietudine, il suo turbamento insondabile, la sua imprevedibile suscettibilità. Un vero personaggio Tiziana, dalle infinite sfaccettature, che non era possibile cogliere fino in fondo e che la sua fine ha reso ancor più ineffabile.

A TIZIANA

Vorrei ricordarti così,
come ti ho sempre conosciuta
solare, intuitiva, vulcanica,
padrona delle tue forze e delle tue idee.

Eppure incline al dubbio, alla perplessità
all’incerta parvenza delle cose
che non hai mai smesso di indagare
nella tua indomita sete di ricerca.

Anima curiosa, indole incostante
hai cercato ovunque una tua strada
per soddisfare il tuo anelito a capire
anche l’essenza più profonda della vita

E in un certo senso l’hai trovata
nei tuoi studi, nei tuoi lavori
nondimeno nei rapporti con la gente
che hai saputo alimentare con pari dignità

Mi piace ricordarti dove ti incontravo
tra i banchi di scuola, nelle aule di università
tra le sale della biblioteca nazionale
nelle feste in casa degli amici.

Eri sempre tu, con i tuoi occhietti vispi
il sorriso irriverente, il piglio smaliziato
da cui si intuivano arguzia ed ironia
scaltrezza e intelligenza.

Sapevi donarti e sapevi ascoltare
senza risparmio di bontà e tenerezza,
ma sapevi anche batterti con ardimento
per difendere fino in fondo le tue idee.

E proprio questa mutevole natura
che ti ha sempre accompagnato nella vita
mi ha affascinato e incuriosito al punto
da essere il più bel ricordo che mi resta.

 

Share This